mercoledì 2 ottobre 2013

Il mio Mondiale

Dopo 10 giorni di Mondiali di Ciclismo, di transenne oltranziste, di accessi negati e passaggi obbligati, di messaggi speciali (quel gigantesco "Rigore pe' i' Milan" che ormai ha fatto il giro del mondo e rimarrà indelebile nella storia del ciclismo, oltre che nell'asfalto), di camminate interminabili... dicevo, dopo 10 giorni di tutto questo ci hanno liberato, e a Firenze la vita e il traffico sono finalmente tornati normali.

Io, pur abitando a due passi dall'Arrivo, non mi sono fatta coinvolgere troppo. Ho diligentemente aspettato il via libera dai vigili predisposti ai passaggi pedonali e ho ascoltato gli inni dei vincitori ogni volta che uscivo per andare a fare la spesa. A parte questo non ho fatto molto altro. Non mi sono appostata in nessuno dei punti strategici, non ho esultato, ne ho sventolato bandiere. Tuttavia, ogni volta che la corsa passava dalla mia strada io mi sporgevo alla finestra e vedevo che












Non è stato molto, ma è stato il mio Mondiale.

Incredibili i ciclisti, tutti. Fare la salita di Fiesole, nell'ultima gara, un'ultima volta, sotto il peggior nubifragio che si potesse immaginare credo sia stata un'impresa titanica, degna degli antichi eroi in bicicletta.

Io non potrei. Nemmeno una volta, nemmeno a spinta. Quindi bravi, e spero che il Mondiale a Firenze torni.
Ma fra tanto, tantissimo tempo.

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