domenica 6 ottobre 2013

Il mistero del lago di Medusa

Il fotografo inglese Nick Brandt, conosciuto per i suoi affascinanti reportage in Africa (indimenticabile il suo leone al vento), durante una gita in Tanzania si trovò di fronte ad un macabro spettacolo: lungo le rive del lago Natron numerosi animali giacevano morti e... pietrificati!

Nick, incredulo, mise subito mano alla macchina fotografica, chiedendosi come fosse stato possibile.

Forse il lago era maledetto? Forse una Gorgone dei tempi antichi abitava quelle oscure acque africane? Le Meduse, lo sanno tutti, attraggono gli ignari, siano essi umani o animali, e li tramutano in pietra con un solo sguardo.

Può capitare in qualsiasi momento!


Brandt tornò in quel luogo misterioso numerose volte nei due anni successivi e scattò molte foto eccezionali. L'effetto era inquietante e magico allo stesso tempo.


L'effetto Medusa in uno scatto di N. Brandt
Gli animali fotografati sembravano essere stati pietrificati all'improvviso, gli uccelli con le ali spiegate pronti a spiccare il volo, i fenicotteri che ancora nuotavano.

Le acque del Natron hanno anche un'altra caratteristica che lo rendono quasi unico al mondo: d'estate sembrano lastre di vetro di un intenso colore rosso scuro.

Brandt apprese dai nativi di quelle terre desolate che gli uccelli, confusi dai riflessi cristallini del lago, finivano col precipitare e vi si schiantavano sopra, trasformandosi poi in statue.

Acque rosso sangue dove gli animali muoiono e rimangono pietrificati. Gli elementi per una storia da brivido non mancano, ma sarà tutto vero?


La prima cosa che bisogna sapere è che è stato lo stesso Brandt a comporre gli animali in quelle spettrali pose, immaginandoli come dovevano essere stati da vivi. L'effetto è sicuramente suggestivo, ma per scoprire i misteri del lago Nick si è rivolto alla scienza ed ha chiesto consiglio ad un noto geologo e geofisico americano, il professor Thure Cerling, che ha spiegato come sia stato il sale presente nelle acque, e non una maledizione, a mummificare gli animali.

Il lago Natron si trova nelle vicinanze del vulcano attivo Ol Donyo Lengai, "la montagna di Dio", da cui esce una lava densa e scura che raggiunge una temperatura di circa 500°. Anche se una mano non ce la metterei, cinquecento gradi non sono molti se si pensa che il ferro fonde ad una temperatura di almeno 1100°. Dal Donyo esce una sostanza ricca di carbonato di sodio la cui cenere viene portata nel lago dalle acque piovane. Grazie a ciò il Natron mantiene una temperatura molto alta, sui 60° circa, ed un'alta concentrazione di carbonati e di sali in grado di calcificare e conservare gli animali praticamente per sempre. 

Nessuna pietrificazione, dunque.

Il colore invece è dovuto alla presenza di numerosi microrganismi: durante la stagione asciutta, quando le acque dal lago evaporano e la salinità aumenta, certi batteri rossi prosperano felici.


Quanti batteri felici!

Natron, infine, non è un nome scelto a caso.
Deriva da un lago ad un centinaio di chilometri dal Cairo, il Wadi el-Natrun, letteralmente "Valle dei Nitrati". Migliaia di anni fa non doveva essere un bel posto dove soggiornare, né dove andare a pesca: di acqua ce n'era davvero poca, in compenso il lago era pieno di sale.
Non era un comune sale da cucina, secondo gli Egizi era addirittura divino!

Grazie al suo incredibile potere di assorbimento questo particolarissimo sale fosforescente era il preferito dagli imbalsamatori del tempo che lo usavano, guarda un po', nel processo di mummificazione.




La notizia degli uccelli pietrificati del lago Natron è apparsa qualche giorno fa sul National Geographic, in occasione dell'uscita del nuovo libro di Nick Brandt. Qui trovate l'articolo originale.

Ma ve lo devo confessare, al posto delle spiegazioni razionali, con buona pace dell'esimio professor Cerling, preferisco ancora immaginare Medusa nel lago intenta a fare il bagno.

2 commenti:

  1. La natura può essere bella e terribile.

    Brandt ha fatto delle foto davvero suggestive, sia il reportage in Africa che gli animali mummificati, è uno dei miei fotografi preferiti :)

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  2. Anch'io lo adoro. Le storie curiose poi, mi appassionano tantissimo. Ne sento una e la mia immaginazione parte!

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