sabato 19 ottobre 2013

Teste che cambiano il mondo

Storie di teste, o meglio, di crani, hanno invaso i notiziari di tutto il mondo in questi giorni.
C'è un gran discutere ovunque e ci si chiede se è lei, proprio lei, la zucca che riscriverà la storia del genere umano. Ma come, e in che modo?

Ricordate i vari Homo dai quali tutti noi discendiamo?
Senza contare gli Australopitechi e i vari ominidi apparsi per primi, il genere Homo ha dominato gli ultimi 2 milioni e passa di anni sulla Terra, variando di tanto in tanto nome, forma (soprattutto quella del cranio) e abilità. Ogni tot mila anni una particolare specie di Homo scompariva e ne appariva una nuova. Come accadeva e dove andava quella vecchia è un bel mistero, che ora sembra sia stato risolto.


Ne resterà soltanto uno


A quanto pare ci siamo sbagliati e le cose non stanno esattamente come ci hanno insegnato a scuola. Almeno stando alle ultime rivelazioni. Nel sito archeologico di Dmanisi, in Georgia, nel 2005 gli antropologi hanno scovato 5 scheletri (o quello che ne rimaneva), diverse mandibole, qualche dente e svariati oggetti in pietra. I fossili ritrovati risalirebbero a 1,8 milioni di anni fa, ma curiosamente, nonostante provengano dalla stessa area geografica e probabilmente dallo stesso periodo storico, sono tutti diversi.
Il cranio che ha destato più stupore è stato l'ultimo ritrovato, lo Skull 5.

L'uomo di Dmanisi: era fatto così?

Skull 5 ha caratteristiche mai riscontrate fino ad ora: ha un piccolo cranio con spesse arcate sopracigliari come quelle di un Homo Erectus, ed una mandibola robusta con grossi denti, come quella di un Abilis. Quello a cui gli esperti sono arrivati, dopo anni di studi, è che non esistono varie specie di Homo, ma soltanto una. I vari Abilis, Ergaster, Georgiscus e tutti gli altri fino all'Homo Erectus quindi, sarebbero discendenti della stessa specie! 

Anche se incredibile, questo non è il primo cranio che fa gridare alla scoperta rivoluzionaria.

In Inghilterra, nel lontano 1912  fu trovato un teschio fossilizzato con caratteristiche eccezionali! Consisteva in un cranio chiaramente umano a cui era collegata una mandibola massiccia come quella di una grossa scimmia; fu chiamato Uomo di Piltdown, dal luogo in cui fu ritrovato. Per gli scienziati dell'epoca, quel teschio rappresentava il famoso anello mancante tra uomo e scimmia.



Ci vollero circa 40 anni prima che qualcuno scoprisse che il cranio di Pitdown altro non era che una bufala, una truffa architetta probabilmente da Charles Dawson, lo "scopritore" dei resti, e da alcuni suoi amici per farsi beffe degli scienziati dell'epoca. E a giudicare dalla serietà con cui gli antropologi di allora analizzarono e studiarono quello che in realtà era solo un vecchio teschio umano attaccato ad una mandibola di orangutan, direi che ci sono perfettamente riusciti.


Uno di questi studiosi è Charles Dawson, che se la ride sotto i baffoni


Chissà se tutta questa storia di Skull 5 è vera. 

Voglio pensare agli uomini di Dmanisi come ad una grande famiglia che si riscaldava attorno ad un vivace fuoco preistorico, e mentre il giovane s'interrogava sull'evoluzione, il vecchio zio, più simile ad una scimmia che ad un essere umano, saltellando di qua e di là lo reguardiva dicendo:


«Proprio questo è il punto, povero il mio sedicente umano!» sbottò zio Vania. «Non capisci che non hai il diritto di affrettare le cose? Tu stai forzando gli eventi, ecco, invece di fartene tranquillamente trasportare. Fai finta di avere una volontà, e addirittura una volontà libera. Tu sproni la natura; ma non si può spronare la natura, e te ne accorgerai».


La frase è tratta da uno dei libri più arguti e divertenti che mi sia mai capitato di leggere, "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" di Roy Lewis. Leggetelo!

E ora lasciatemi finire di mangiare, che mi rimane ancora mezzo elefante.




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