Sulla mia pagina Facebook mi sto divertendo ad inserire degli IPSE DIXIT, ovvero frasi di celebri personaggi del passato. Sono quelle che uso nei miei libri per raccontare, direttamente dalla voce di chi le ha dette o scritte, degli eventi particolari. Ecco le prime:
mercoledì 19 settembre 2018
Lo ha detto...
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martedì 22 maggio 2018
Il Mago Zibibbo e altre storie
Qualche anno fa ho realizzato alcuni disegni per accompagnare le storie inventate da un signore davvero in gamba: lui si chiama Carlo Bertoluzza e ha scritto alcuni bellissimi racconti per le sue figlie e per le sue nipotine, che sono stati poi raccolti in un libricino dal titolo "Le Storie del Mago Zibibbo e altre cose che c'entrano poco o nulla".
Ve ne racconto giusto qualche pezzettino:
Il Pescatore
Sulla riva del Fiume Blu che scende dalla Montagna Blu dove, già lo sapete, sta la grotta del mago Zibibbo, viveva un pescatore. Era piccolo e molto povero; aveva un solo vestito (un vestito da pescatore), un solo cappello (da pescatore) e una sola lenza per pescare. Non aveva né moglie né figli e per questo era molto triste.
Ve ne racconto giusto qualche pezzettino:
Il Pescatore
Sulla riva del Fiume Blu che scende dalla Montagna Blu dove, già lo sapete, sta la grotta del mago Zibibbo, viveva un pescatore. Era piccolo e molto povero; aveva un solo vestito (un vestito da pescatore), un solo cappello (da pescatore) e una sola lenza per pescare. Non aveva né moglie né figli e per questo era molto triste.
Era
molto buono, tant’è vero che ogni volta che pescava un pesce lo
guardava negli occhi (occhi tristi perché il pesce si era appena
fatto pescare) e diceva tra se:
“poverino avrai famiglia con una
moglie pesce e tanto pesciolini e se ti mangio non potranno avere più
un papà”
Così lo ributtava in acqua e lo guardava andar via
seguito dalla moglie pesce e dai figliolini pesciolini, e per
mangiare staccava una bacca dal corbezzolo o una banana del banano;
mangiava solo verdura e frutta e per questo era così magro. Un
giorno che aveva appena pescato un bellissimo luccio e lo aveva
subito ributtato nell’acqua vide arrivare su fiume una delfena.
Mi
domanderete:
“cos’è una delfena?”
Vi risponderò subito che una
delfena è un pesce metà delfino e metà balena e soffia acqua come
una balena e salta sull’acqua
come
un delfino. Probabilmente non ne avete mai viste perché le delfene
sono molto rare e normalmente non vanno in giro dove ci sono gli
uomini perché hanno molta paura.
Il dottor Millefiori e le api fungaiole
Vicino
alla montagna blu dove vive il mago Zibibbo c’era, e c’è ancora,
una collina verde, ricoperta da un fitto bosco verde con al centro un
gran prato verde dove stava la casa in cui vive il dottor Millefiori
con sua moglie Millefoglie e suo figlio Millefrutti...
Per
vivere Millefiori, che si era laureato in animalogia, si era
inventato un lavoro molto interessante: curava le api fungaiole.
Mi
immagino che mi domanderete:
“chi sono le api fungaiole ?”
Vi
rispondo subito.
Le
api fungaiole sono una tribù di api selvatiche che invece di
succhiare il nettare dei fiori, succhiano il nettare dei funghi e
fanno il miele di fungo che è moltissimo pregiato, soprattutto
quello di rossula che ha un bellissimo colore rosso rubino.
La prima magia
Il
mago Zibibbo non è sempre stato un mago alto alto e con la barba
come lo conoscete adesso. Anche lui è stato un bambino piccolo, anzi
piccolo piccolo perché da bambini i maghi sono più piccoli degli
uomini e poi da grandi diventano più grandi.
Il suo papà era il
mago Zibabbo e come tutti i maghi che si rispettano cominciò ad
insegnargli la magie appena nato.
Quando
Zibibbo aveva due mesi aveva imparato la magia dei colori: poteva
trasformare i colori di quello che toccava. Anche
voi care bambine la potete fare: basta che prendiate un pennarello
rosso e lo strofinate su un foglio e il foglio diventa rosso. Ma il
mago Zibibbo bambino lo faceva con un dito; toccava una cosa
qualunque con un dito e pensava rosso (o verde o giallo) e la cosa
diventava rossa (o verde o gialla).
Ed ecco qua.
Le storie sono davvero tante e questi erano solo piccoli estratti, ma se vi sono piaciute scrivetemi in privato per sapere come continuano, vi metterò in contatto con l'autore. Ci sono storie di maghi, di aquile che fanno la rivoluzione, termiti che giocano alle Olimpiadi, fantasmi, topolini e tanto altro ancora!
Alla prossima storia!
lunedì 15 gennaio 2018
I Musei Etruschi
Prima dei Romani in Italia vivevano centinaia di popolazioni grandi e piccole. C'erano i Sanniti, i Camuni, i Piceni e così via. Uno dei popoli più affascinanti fu senza dubbio quello degli Etruschi, a cui ho dedicato la mia prima guida sui popoli del passato. Nel libro sono presenti tantissime curiosità: dalla società Villanoviana ai riti funebri, dalle battaglie ai giochi. Ho anche inserito una piccola lista dei musei più importanti e gli oggetti da vedere assolutamente.
Insomma: Viva gli Etruschi!
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Insomma: Viva gli Etruschi!
Disegno tratto dal libro "Sai chi erano gli Etruschi?" edizioni Helicon |
#saichieranoglietruschi, #chiaracipollalibriperbamb
mercoledì 27 dicembre 2017
Conosci tutto...
...ma proprio tutto di Siena?
Conosci le battaglie del cavaliere Provenzano e di Guidoriccio?
Hai mai sentito parlare di Alì e di Rompicollo?
Sai quanti artisti lavorarono a Siena e dove si trovano le loro opere? Sai perchè Palazzo Diavoli si chiama così e cosa successe a Santa Caterina mentre scendeva le scale?
Conosci le battaglie del cavaliere Provenzano e di Guidoriccio?
Hai mai sentito parlare di Alì e di Rompicollo?
Sai quanti artisti lavorarono a Siena e dove si trovano le loro opere? Sai perchè Palazzo Diavoli si chiama così e cosa successe a Santa Caterina mentre scendeva le scale?
E' tutto scritto nel mio nuovo libro:
"SCOPRIRE SIENA, Città di Santi, Cavalieri e Mercanti"
"SCOPRIRE SIENA, Città di Santi, Cavalieri e Mercanti"
Lo puoi trovare in vendita presso Libreria Mondadori Siena, Libreria Senese, Libreria Becarelli, Libreria Palomar Siena, Libreria Volta la Carta
Oppure online presso i maggiori rivenditori.
Buone Feste e Buone Letture!
Chiara
Buone Feste e Buone Letture!
Chiara
sabato 23 dicembre 2017
Ho aggiornato il sito!
E' quasi Natale, ma per me un pochino lo è già.
Dopo diversi anni sono riuscita a mettere mano al vecchio sito e aggiornarlo, anzi, io e il marito abbiamo dato il via ad un restyling completo!
Se volete, date un'occhiata e ditemi cosa ne pensate.
lunedì 11 dicembre 2017
Gnicche il brigante
Quando visito un luogo nuovo, la prima cosa che mi viene in mente è: che storia ha? Chi ci ha vissuto? E non posso fare a meno di cercare notizie, di saperne il più possibile. Immagino le stesse domande frullare in testa ad un bambino, ed è proprio per rispondere alla sua curiosità (e alla mia) che scrivo questi libri. Ho molto amato visitare Arezzo e i suoi dintorni. Sono luoghi ricchi di storia, misteri e personaggi affascinanti.
Il racconto che segue lo trovate nel mio libro "Scoprire Arezzo e il Casentino -storie di nobili, santi e... fantasmi!-". Parla di un brigante chiamato Gnicche, e questa è la sua storia.
Federico Bobini era nato ad Arezzo il 13 giugno 1845, figlio di bravi ed onesti lavoratori. Dai genitori però, Federico non aveva preso nulla: al duro lavoro preferiva le ruberie; al sudore e alla fatica l’ozio, il vino e la bella vita.
Gnicche, questo era sempre stato il suo soprannome, viveva derubando i viandanti e uccidendo chiunque tentava di arrestarlo: era una furia incontenibile!
Nonostante la cattiva fama il popolo di Arezzo amava Gnicche, considerato un gentiluomo che, al pari di Robin Hood, donava ai poveri i soldi rubati ai ricchi. La fantasia popolare lo vedeva come l’eroe che si faceva beffe dello Stato, che fuggiva dalle prigioni umiliando le forze dell’ordine che tentavano invano di catturarlo. Era anche un abile ballerino: pur di non perdere un ballo, preferiva andarci travertito da donna!
A soli 26 anni morì come muoiono tutti i briganti: colpito da una pallottola durante uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine.
Il racconto che segue lo trovate nel mio libro "Scoprire Arezzo e il Casentino -storie di nobili, santi e... fantasmi!-". Parla di un brigante chiamato Gnicche, e questa è la sua storia.
Federico Bobini era nato ad Arezzo il 13 giugno 1845, figlio di bravi ed onesti lavoratori. Dai genitori però, Federico non aveva preso nulla: al duro lavoro preferiva le ruberie; al sudore e alla fatica l’ozio, il vino e la bella vita.
Gnicche, questo era sempre stato il suo soprannome, viveva derubando i viandanti e uccidendo chiunque tentava di arrestarlo: era una furia incontenibile!
Nonostante la cattiva fama il popolo di Arezzo amava Gnicche, considerato un gentiluomo che, al pari di Robin Hood, donava ai poveri i soldi rubati ai ricchi. La fantasia popolare lo vedeva come l’eroe che si faceva beffe dello Stato, che fuggiva dalle prigioni umiliando le forze dell’ordine che tentavano invano di catturarlo. Era anche un abile ballerino: pur di non perdere un ballo, preferiva andarci travertito da donna!
A soli 26 anni morì come muoiono tutti i briganti: colpito da una pallottola durante uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine.
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domenica 10 dicembre 2017
La Porta del Morto
Vi racconto una curiosità su San Quirico d'Orcia, il mio paese. E' tratta dal libro "Scoprire la Val d'Orcia", la mia prima guida turistica. Buona lettura!
Di fronte a Palazzo Chigi c’è una curiosa porticina murata, stretta e rialzata rispetto alla strada.
È chiamata “Porta del Morto” ed era una costruzione in uso nel Medioevo tra Toscana ed Umbria. La porta aveva una duplice funzione, da cui deriva il sinistro nome.
Quando qualcuno dentro la casa moriva, la porta veniva aperta per far passare il corpo. Non appena la salma era uscita, la porta veniva richiusa. In questo modo si pensava che la Morte, passata dal buco con il defunto, non potesse rientrare a prendere qualcun altro.
La strana porta era usata anche quando il paese si trovava sotto attacco: gli ingressi principali venivano sbarrati, mentre il pertugio nel muro veniva aperto, diventando l’unica via di accesso alla casa. Se il nemico decideva di passare da lì, doveva alzare una gamba e abbassare il capo, finendo per fare lui stesso... il morto!
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